Quanti sensi ho toccato

 
Giorni aggrovigliano
vita e fragilità
occorre andare via
basta un ricordo

 

E così
tra tutte le vibrazioni
è la mia che riconoscerai
suona adagio

 

Impasterai la mia carne
assaggio per la bocca
boccone per la gola
viso allo sguardo

 

Tra tutti i corpi
sapremo chi siamo
ci sdraieremo piano
senza farci male

 

Quanti sensi ho toccato
non lo so

 

 

Dipinto di Marc Chagall,  Couple with chandelier, 1954 – Cercate se volete perché non si inserisce

Sul mio scoglio

 

E’ difficile capire
le tue fragilità
che nel respingerti
mi chiamano

 

 

Una voce di sirene
che voglio sentire
senza pali né corde
seduta sul mio scoglio

 

 

Liberi complici
in intreccio forte
proviamo Ci

 

 

Joan Mirò, 1925

 

Dipinto di Joan Mirò, 1925

Grazie Achille2. A proposito di ” Cartavetro “

 “Non lasciarmi solo quando voglio stare solo” (Nascimbene). E’ una richiesta che ha attraversato l’ultimo periodo dell’ Autrice e che si può definire il periodo delle “Poesie del disamore”. Non è psicanalitica , la chiave di lettura della poesia, Federica ha smesso di indossare il “busto di gesso”, mantiene autonomia e libertà. Non cerca un “padre protettore” e non vuole inventare nuovi esiti estetici ai suoi componimenti. Piuttosto è un atteggiamento forte di scavo interiore, al fine di trovare unn senso reale a questa vita, che la spinge (le ragioni sono forti, visibili e pur misteriose): “Vetro
solido amorfo
cristallizzi lento
ma ferisci svelto
Vetro scartavetrato
clessidra di nodi
crudele sgraffio
di segni aggrumati”. Ma non vuole farlo da sola, perchè siamo tutti nelle medesime condizioni! Ma non si può chiedere: “Una crosta 
di cartavetro al dì
usare al bisogno
di sentirsi”.
Non appartiene alla dignità umana, non è una soluzione congrua, soprattutto NON LA VUOLE MANCO FEDERICA! L’autrice si apre in libertà si confessa senza segreti, si denuda senza compromessi, mostra le sue fragilità, quasi compiacendosi e con sfrontatezza. E trova nella poesia un senso..”Il senso” La poesia è sublimazione e quindi salvifica, la poesia è catarsi! L’autrice, estranea al gruppo che gravita attorno alla rivista ALFABETA2, sia come architettutra poetica che come temi e intuizioni, è senza dubbio tra le più significative e profonde della poesia moderna e contemporanea.