Odore, case e pomodori

 

Tutte le case
hanno il loro odore
del quale condiamo
vita trascorsa
e moneta in corso

 

Sulla soglia
incontro pomodori
stanchezza e pasta
piccoli baci di parole
riposo e vino

 

C’è il tedio
la sofferenza che
non ha dolore
la volontà che non vuole
le anime lontane

 

Le case hanno l’odore
del bambino mai dimenticato
cui non è stata regalata
la magia

 

Le case profumano
di tutte le magie
anche di quelle
che mai sono state

 

 

renato-guttuso1

 

Dipinto di Renato Guttuso

Mi sono decisa a scrivere questa piccola riflessione dopo giorni e giorni di post e tweet che hanno raccontato con violenza insopportabile di utero e donne mercificate,bimbi comperati, desiderio di maternità e/o paternità non per forza da soddisfare, di pratiche possibili solo a chi è facoltoso, il che è vero…. come se l’adozione fosse cosa diversa per dispendio di denaro, ché il dispendio d’amore nell’uno e nell’altro caso non ha limite.Non ne potevo davvero più.

< L’utero è mio e lo gestisco io >. La lotta femminista per antonomasia. Quali sono i confini di questa affermazione ? Quelli della battaglia per l’aborto perché si era donne sole, non in grado di mantenere un figlio,una scelta dolorosa ma ( spero ) pensata che correttamente escludeva l’uomo a fronte della madre che doveva assumere il piacere e il peso di una nascita, oppure quella che include una decisione per quasi tutti discutibile ( la maternità surrogata ) che non prevede necessariamente povertà, disperazione e che è balzata all’attenzione di tutti post-Vendola ( mai in 7 anni ho letto un post a riguardo, mai e dove siete state anime belle ), che è stata fruita da millanta eterosessuali senza scandalo alcuno ? Dunque, quando è mio l’utero ? Per decidere se tenere o no un bambino o per decidere che sicuramente lo partorirò per qualcuno e magari farò parte della sua vita ? Quando è mio l’utero ? Quando lo gestisco io ? Quando, forse un giorno, avremo una agevole legge sull’ adozione erga omnes che possibilmente non sia roba per ricchi come ora ( la critica che si muove più spesso alla maternità surrogata ) e che svuoti gli istituti che fanno merce preziosissima dei bambini ? Non voglio convincere chi non ha il mio stesso pensiero, ma desidero, allo stesso modo, che il mio pensiero aperto a possibilità diverse sia rispettato.. Io penso che debba esistere la libertà di scegliere e non per questo la possibilità diventerà abitudine. Insomma, qualcuno deve decidere per me quando il mio utero è davvero mio ?

Uterus

Tra cuore e ragione

Da sempre
inseguita
da spettri
in andirivieni
Gli stessi fantasmi
tornano rinsecchiti
si vedono
quasi le ossa
E dopo
avermi fatto piangere
mi fanno piangere
mi distrugge sapere
se devo o no
Tra cuore e ragione
padre che sei bambino
ti voglio bene
L’ho capito

e non so perché

Papà1

Foto di mio padre, che tanto ci somigliamo

Quelli che

I pensieri

quelli lievi

come lo sono

i grani di sabbia sottile

Quelli leggeri

come il riso

sulle labbra

di un bambino

Quelli che volano

dentro la testa

quelli che nuotano

quelli che navigano

Quelli seri

quelli seriosi

quelli delle guerre

quelli stupidi

Quelli degli uomini

che picchiano e uccidono

quelli delle sorelle

quelli dei figli

I pensieri

quelli che

I pensieri

Superior stabat minus

Non so dire se non cose ovvie su Parigi, CharlieHebdo, la tipografia, i fratelli Kouashi ( si scrive così? ), Coulibaly e il mercato Kosher, Dammartin-en-Goele, notizie subito smentite e altre notizie che smentiscono le prime, nulla so di intrecci, appoggi. So quello che sappiamo tutti. Ho passato il pomeriggio intero a seguire momento per momento ciò che accadeva. Mi spiace che i fratelli Kouashi siano morti, e non da martiri ma cercando di fuggire, da vivi forse avrebbero potuto cominciare a sgretolare ciò che non sappiamo sulla rete terroristica che ci ha avvolti da lontano. O forse da molto vicino nel non sentirsi ” parte di ” pur essendo nati lì, qui, là. Non so dire. Nell’immediato, confesso, ho pensato che è vero, l’Islam è male, è difficile metabolizzare subito, ma sono una persona pensante, razionale e poco dopo ho abbandonato la generalizzazione che aborro. Non so nemmeno perché sto scrivendo se non per me e non so nemmeno come proseguire. Ho letto di tutto, dietrologie, futurologie, complotti e semplificazioni. Ho visto perfino Salvini ubiquo e l’apparizione è stata come l’aglio per il vampiro. Ciò che resta è semplice per me e difficile per molti, il principio di tolleranza, meglio di accettazione. Mi hanno irritata alcune vignette di CharlieHebdo, ma al massimo avrebbero meritato una e-mail di protesta. Mi irritano molte cose e molte persone ma talvolta ho scambi anche con loro e intendo le persone. E che caspita, non possiamo imbracciare fucili veri o metaforici ogni volta che veniamo contrariati. Da un millennio tutti hanno combattuto in nome di un dio, Dio o Maometto non importa e tutti hanno cercato di sottomettere l’altro. Mio Dio, Dio è Unus et omnium, qualunque Dio sia. Impariamo il rispetto e capiamo che ” Superior stabat lupus ” ( Fedro ) vuol dire che ” Superior stabat minus ” ( libero adattameto di una immodesta ). Quello che sta davvero in alto è gentile e puro. Un bambino.

Pensieri così, scritti ieri sera, venerdì 9 gennaio perché voglio ricordarmi di questo giorno

Felice Casorati

Dipinto di Felice Casorati

E’ Natale ancor…

Natale è il giorno
di una nascita al freddo
un’iimmagine di paglia
bambino nudo e pastori

Occhi attoniti
bocche sorprese
ginocchia piegate
alla carne attesa

I corvi la beccheranno
la pioggia bagnerà
il vento succhierà
il sole la marcirà

La stessa carne
cadrà dagli alberi
sarà sangue
su foglie e radici

Amaro raccolto
di una notte migrante
soffio su
una luce tremula

Non dobbiamo affannarci
se ci raggiunge
quel piccolo calore
ci attraverserà

E’ il fermo immagine
della vita che non muta
quel bimbo oggi
si chiama Sael

E' natale ancor...

Variabili

Siamo corpo e pensieri

che cambiano con noi

noi con loro

mute variabili

 

Quanto pensiero

pensiamo nel tempo

che abbiamo

transito fugace

 

Quello lieve

come a volte

è lieve

un grano di sabbia

 

Leggero

come il riso

sulle labbra

di un bambino

 

Quello che vola

arioso nei giorni

cade triste

come lacrime

 

Naviga sul sale

vira verso la luce

plana  lento

nella penombra

 

Quello cattivo

più stupido del niente

che uccide

di botte e guerre

 

Tutte le vite stanno

in un pensiero

Klimt

Dipinto di G. Klimt